di Roberta Anselmi
[tempo di lettura: 2 min]
Il Presidente in persona ci volle vedere tutti, urgentemente, in sala riunioni. Non si prospettava nulla di buono.
«So che non capita spesso di avermi in visita, ma oggi è un giorno speciale. Abbiamo ricevuto una delle commesse più cospicue della nostra storia! Merito della grande efficienza e collaborazione! Ma è doverosa una menzione d’onore al Sig. Giovanni Ferretti per la cura puntuale e precisa della pratica!» disse il Presidente. Vidi sguardi dubbiosi e interrogativi strisciare tra i miei colleghi. Io mi sforzai di mostrare un sorriso, per quanto inebetito.
«Scusi, mi potrebbe spostare un attimo tutte queste carte, in modo da poterle pulire il ripiano?» chiese l’addetta alle pulizie.
«Uh? Sì, certo» mormorai, impilando frettolosamente le cartelline, i foglietti adesivi e i documenti sparsi.
«Ma non mescoli tutto per colpa mia! Dopo come fa? A me basta un pezzettino libero alla volta».

Risposi con un’alzata di spalle e un sorriso appena accennato.
In quel momento entrò Riccardo. «Giovi, senti, quando hai voglia di giocare alla caccia al tesoro» sorrise sarcastico «fammi avere il preventivo per la Sander!»
Guardai con disprezzo la schiena di Riccardo mentre usciva dall’ufficio. Mi segnai “Riccardo preventivo” come ultima cosa della lista appesa a lato dello schermo, finii la bottiglietta d’acqua e la lanciai nel mucchietto vicino alla sedia.
Rimasto solo, controllai nella cartella cliente ma non risultava nulla. Scartabellai tra i documenti sulla scrivania, niente neanche lì. Sicuramente si trattava di un preventivo del cavolo e Riccardo aveva solo voglia di rompere, come al solito.
«Ah Giovi» si affacciò nuovamente «ho dimenticato di dirti che serve entro le 18:00 in Direzione».
Sbiancai.
Picchiai la testa sulla scrivania. Più e più volte. Avrei perso il lavoro. Sicuramente. Era la prima volta che ne veniva richiesto uno dalla Direzione. Rimasi chino per un tempo indefinito fino a quando la mia vista si offuscò di lacrime.
Fu cercando un fazzoletto che mi ricordai del cassetto della mia scrivania. Il buco nero. Quello delle cose che per qualche motivo si fermano e non riescono più a procedere. Lo aprii e fui investito da un odore pungente, una poltiglia marrone giaceva nell’angolo, quel che rimaneva di una banana putrefatta.
Lo vidi lì e ricordai. Attendevo la quotazione dal fornitore ma ehi, era arrivata alle 17:30, ora di aperitivo!
Compilai il preventivo e corsi in Direzione.
La camicia mi si era appiccicata addosso. Tornai in ufficio, pregai che tutto andasse bene e sfilai definitivamente il cassetto dalle guide.
Scopri il racconto originale [senza editing]: LEGGI SUBITO
L’autrice dice di se stessa:《Sono Roberta, anima inquieta e curiosa. Appassionata di comunicazione e copywriting》– Roberta Anselmi
2 risposte a “Un pezzettino libero alla volta”
Bel racconto breve ma ricco di emozioni
Grazie per il tuo commento Barbara. Sono sicura che a Roberta farà piacere! Speriamo di leggere altri tuoi commenti ai racconti che pubblicheremo nel sito prossimamente! [ti chiedo scusa per il ritardo con cui ho approvato il commento, mi era sfuggito] Buona giornata, Linda Moon