Aurora


di Francesco Forestiere
[tempo di lettura: 3 min]

Anche oggi sarà una giornata senza di te?
Con questo pensiero silenzio la sveglia e mi trascino fino al primo caffè di questo cupo sabato.

Siedo al pc e inforco le cuffie, devo scrivere assolutamente un nuovo capitolo per portare avanti questo progetto. Guardo il cellulare ed è online.
Adesso le scrivo. Cosa? Dovrei scusarmi, anche senza aver fatto nulla? Però potrei darle il buongiorno con un semplice “ciao” e vedere cosa succede…
E se non accadesse nulla?

Word, con il suo trattino lampeggiante, mi richiama alla realtà. Sì, devo scrivere, concentrarmi sulle cose immediate. Cosa vuoi che sia un semplice “ciao”? Mal che vada non risponderà, però io non voglio succeda, anzi. Vorrei riprendere da dove avevamo lasciato… che poi non avevamo lasciato nulla; era un tutto da vedere, costruire e inventare.

Scrivere: pagina bianca da riempire. Ho tempo fino al pranzo e già sono le dieci. Prendo un foglio di carta e inizio una mappa di concetti, per stringere il campo e andare dritto al sodo.


Squilla il telefono.
─ Pronto, Aurora?
─ Buongiorno. No, sono Gustavo di Telecom, va bene uguale?
─ Ah, non sono interessato.
─ Se preferisci, puoi chiamarmi Aurora e ascoltare la proposta.
─ Non vorrei sembrare scortese, ma il timbro vocale di Aurora è un tantino diverso…
─ Ti passo una collega?
─ Guarda, Gustavo, sei davvero gentile, ma non sono interessato.
─ Allora chiamala, così poi possiamo parlare della proposta di Telecom!

Così mi attacca il telefono in faccia. Facile per lui! Con Aurora non ci sentiamo da sei o sette mesi. Io con i miei casini, lei con mille insicurezze e perplessità. Anche suo padre, con il fucile spianato per farmi qualche buco extra, è stato un valido incentivo.

Dai, un “Ciao, come va?”, mica verrà qualcuno a bussarmi sotto casa. Una frase che si usa con gente che non senti da qualche tempo, come a… mostrarsi interessato. No, nessun messaggio, Gustavo dovrà attendere.

Word, cuffie e scrivere. È imperativo. Però Messenger non può mostrarla online, così non vale. Foglio e matita. Ecco, sento l’ispirazione. Questa sensazione di aver rimandato tutto a chissà quando… Ma questa canzone non è quella che abbiamo ascoltato l’ultima sera? Quella in cui siamo stati chiusi ore in auto con la musica a passarci pensieri e coccole?

Rimando – e rimango – in attesa di un messaggio, di una scusa per tornare da lei e che il padre mi spari pure! Ho bisogno di un caffè e di concentrarmi alla tastiera, di non lasciare ancora una pagina bianca, come le giornate passate ad attendere. Se Gustavo avesse in parte ragione? E se mi togliessi il dubbio in modo da dire di averle provate tutte?
Allontanerei ogni forse, riprenderei tutto da dove ho sospeso per non sentirmi io stesso una stupida frase fatta: il brutto cliché di uno scrittore banale.

Adesso le scrivo!
“Ciao, vorrei dirti tante cose, ma forse sarebbe meglio se mi baciassi per non doversi dire più nulla.” Questa è l’unica cosa scritta su word.
Salvo nella cartella “Aurora”, l’ennesimo messaggio non inviato.

Scopri il racconto originale [senza editing]: LEGGI SUBITO

L’autore dice di se stesso:《 Sono Francesco Forestiere, classe 1980.
Un operaio con la passione di mettere nero su bianco ogni follia che ha in testa. Pur sapendo di essere “l’autore che non sa scrivere”– Francesco Forestiere


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