Punto di Rottura


di Roberta Anselmi
[tempo di lettura 2 min]

Era sul punto di cedere. Cric.
Claudio rientrò dalla corsa. Aveva una gran sete. Passò con noncuranza di fianco al lavello ricolmo e alla lavastoviglie rotta e si diresse verso il frigorifero. Lo aprì, prese la bottiglia d’acqua e bevve. Poi l’appoggiò aperta sul tavolo e con un gomito chiuse l’anta del frigo. Fischiettando, lanciò scarpe e calze in un angolo e andò in bagno.

Tornò dalla doccia con un certo languorino. Si guardò attorno e capì di essere in trappola. Ecco il punto di non ritorno. Cartoni di pizza e cibo d’asporto campeggiavano sul tavolo. Il lavello completamente colmo di piatti e bicchieri. Claudio aveva fame e molta e non aveva più soldi da spendere per ordinare da mangiare.

Tutto il benessere della corsa era sparito.
Si abbandonò sul pavimento, deciso a rimanere lì. Lo avrebbero ritrovato, un giorno, e avrebbero pensato a chissà quale ragione. Una qualsiasi, sarebbe stata sicuramente più dignitosa! Gli sarà venuto un malore, sarà inciampato e avrà battuto la testa, un’altra vittima della solitudine. Poi un leggerissimo e quasi impercettibile senso di vergogna attraversò i suoi pensieri.

Trascinando i piedi arrivò alla dispensa e prese il detersivo per i piatti, color verde livore. Cominciò a riempire il lavello d’acqua molto calda e nel frattempo si mise a cercare i guanti. Li tirò fuori e li trovò completamente appiccicati tra loro. Trasse un profondo respiro e provò, con rassegnazione, a scollarli. Le parti che avevano aderito, invece di staccarsi, si strapparono. Li gettò per terra e cominciò a saltarci sopra, imprecando. Amen, era un uomo lui, avrebbe sopportato l’acqua bollente.


A un certo punto, una pioggia incandescente. Un cucchiaio, girato dalla pressione dell’acqua, cominciò a sputare lingue di fuoco a ripetizione. Si lanciò sul miscelatore del rubinetto e, innaffiato e demoralizzato, fu sul punto di piangere. In quel momento vide Chewbecca, il porta spugnetta che aveva acquistato quando, appena trasferito, pensava che sarebbe stato facile essere indipendente. Respirò una, due, tre volte e poi decise di fidarsi di Chewbecca.

L’acqua scottava ma lo spirito di sua nonna, regina della casa, non gli avrebbe permesso di fare altrimenti. Cominciò a strofinare, sciacquare, grattare e ogni piatto pulito era un’espiazione di colpa. Soffriva ma si sentiva innalzare. Fino a quando si trovò faccia a faccia con il pentolino dal fondo bruciato. La sfida per eccellenza. Completamente incrostato, nero, spesso. Non ce l’avrebbe mai fatta. Era sul punto di mollare.

Ma chi si credeva di essere? Indipendente chi? Autonomo chi? Ma non era mica sua nonna! Poi il lampo di genio, il messaggio divino: la paglietta d’acciaio! La prese come fosse stata la spada nella roccia e cominciò a grattare, grattare, grattare. Grattò via il bruciato, l’indolenza, e rese il pentolino uno specchio. Rinnovato nello spirito e purificato dall’acqua bollente, prese il telefono, e dimentico della fame, chiamò l’assistenza per la lavastoviglie rotta.

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L’autrice dice di se stessa:《Sono Roberta, anima inquieta e curiosa. Appassionata di comunicazione e copywriting》– Roberta Anselmi


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