[RACCONTO ORIGINALE, NON EDITATO] di Michelina Montalto
Il seguente racconto è stato editato secondo questi punti:
Rosa: errori grammaticali
[sintassi, espressioni scorrette, coniugazione dei verbi ecc…]
Azzurro: errori dal punto di vista della scrittura
[ripetizioni, punteggiatura dialoghi incoerente, tic letterari, sviste stilistiche]
Giallo: questioni tematiche o di coerenza narrativa
INIZIO – Aveva un progetto: correre verso la felicità. Ma cambiò direzione e tutto andò al rallentatore. Quella partecipazione di matrimonio tra le mani un tizzone che solcava ogni centimetro di cuore e mente e nel tragitto strascichi di tristezza.
La calligrafia di Patty la faceva sorridere, adorava quel suo vezzo creativo di scrivere in lettering e sigillare la busta con la ceralacca. Un istante dopo sulla busta piccoli cerchi bagnati sbiadirono l’inchiostro. E anche il sorriso.
Anna odió i matrimoni da quel giorno d’estate in cui Stefano l’aveva lasciata sull’altare. Le piombó l’inverno tra i ricami dell’abito da sposa e tra le pieghe dell’anima. Da quel giorno vide ovunque felicità. Nella vita degli altri.
Aveva imparato a svolgere l’indispensabile, e se poteva, delegava ad altri tutto ciò che poteva. Sprofondare nel divano e guardare la TV, usare piatti usa e getta, portare i panni in tintoria. Era un bradipo.
Le piaceva, gestiva il tempo per se stessa e si preservava come in una bolla, non dava retta a nessuno, e chi la incitava a fare questo o quello, rimaneva nel dimenticatoio. Era padrona della sua vita, lei stava bene così.
Ma adesso c’era il matrimonio di Patty. La sua amica del cuore fin dalle elementari che nel momento dell’abbandono le era stata vicina, uscivano insieme, piangevano insieme.
Anche il giorno in cui Patty ricevette la lettera per insegnare all’università di Harvard avevano pianto insieme, abbracciandosi e saltellando. Era felice per lei ma le sue lacrime erano agrodolci. Altra batosta. Rimaneva sola.
Patty era l ‘unica persona con cui la sua pigrizia si metteva in disparte e diveniva una sconosciuta. Le aveva presentato il suo fidanzato americano in videochiamata. Tutti e tre avevano riso ricordando “Love story” di Segal ma solo a parti invertite. Patty era la Oliver Barrett IV del libro.
Il solo pensare al “movimento” avrebbe dovuto scrollarle di dosso il far niente ma anche essere pigri era faticoso. Lottare contro tutti per conquistarsi il divano e lottare contro la sveglia che imponeva ad alzarsi dal letto, lottare contro il dovere e non avere diritti per farlo.
Il mito di Topolino era stato rimpiazzato da quello di Paperino.
Pure il suo pensiero e la sua filosofia di vita erano mutati. Ieri pensava di avere un futuro, oggi il suo pensiero si fermava all’oggi. Un presente lento, come se il tempo non fosse più quel demone che la rincorreva e dal quale lei fuggiva tra i labirinti delle 24 ore. Pensava che l’ozio fosse una conquista di cui godere mentre essere pigri era l’arte di fuggire. Da cosa non importava.
Ogni tanto pensava a Topolino ma in fondo Paperino era più simpatico. Pensava al suo matrimonio mai celebrato ma in fondo ce n’era uno da celebrare. Forse era arrivato il momento di fare incontrare Minnie e Paperina a prendere un the.
Tutti questi pensieri alle 5 del mattino?
La staffetta era iniziata.
Avrebbe vinto la felicità. La sua.