[VERSIONE ORIGINALE, NON EDITATA] di Roberta Anselmi
Il seguente racconto è stato editato secondo questi punti:
Rosa: errori grammaticali
[sintassi, espressioni scorrette, coniugazione dei verbi ecc…]
Azzurro: errori dal punto di vista della scrittura
[ripetizioni, punteggiatura dialoghi incoerente, tic letterari, sviste stilistiche]
Giallo: questioni tematiche o di coerenza narrativa
INIZIO – «So che non capita spesso di avermi in visita ma abbiamo ricevuto una delle commesse più cospicue della nostra storia! Merito della nostra grande efficienza e collaborazione! Ma è doverosa una menzione speciale al Sig. Giovanni Ferretti per la cura puntuale e precisa della pratica!» disse il Presidente.
«Scusi, mi potrebbe spostare un attimo tutte queste carte, in modo da poterle pulire il ripiano?»
« Uh? Sì, certo» mormorai, impilando frettolosamente le cartelline, i foglietti adesivi e i documenti sparsi davanti a me.
« Ma non mescoli tutto per me! Dopo come fa? A me basta un pezzettino libero alla volta»

Risposi con un’alzata di spalle e un sorriso appena accennato.
In quel momento entrò Riccardo. «Giovi – odio quel soprannome– senti quando hai voglia di giocare alla caccia al tesoro- sorrise sarcastico- fammi avere il preventivo per la Sander!»
Guardai con disprezzo la schiena di Riccardo mentre usciva dall’ufficio. Mi segnai “Riccardo preventivo” come ultima cosa nella lista delle cose da fare, finii la bottiglietta d’acqua e la lanciai nel mucchietto vicino alla sedia.
Controllai nella cartella cliente ma non risultava nulla. Sicuramente si trattava di un preventivo del cavolo e Riccardo aveva solo voglia di rompere, come al solito.
«Ah Giovi – si affacciò nuovamente – ho dimenticato di dirti che serve entro le 18:00 in Direzione»
Sbiancai.
Sbattei la testa sulla scrivania. Più e più volte. Avrei perso il lavoro. Sicuramente. Era la prima volta che ne veniva richiesto uno dalla Direzione. Rimasi chino per un tempo indefinito fino a quando la mia vista si offuscò di lacrime.
Fu cercando un fazzoletto che mi ricordai del cassetto della mia scrivania. Il buco nero. Quello delle cose che per qualche motivo si fermano e non riescono più a procedere. Lo aprii e fui investito da un odore pungente, una poltiglia marrone giaceva nell’angolo, forse una banana putrefatta.
Lo vidi lì e ricordai. Attendevo la quotazione dal fornitore ma hey, era arrivata alle 17:30, ora di aperitivo!
Compilai il preventivo e corsi in Direzione.
La camicia mi si era appiccicata addosso. Tornai in ufficio, pregai che tutto andasse bene e sfilai definitivamente il cassetto dalle guide.