Mittente/Destinatario


di Ugo Domeniconi
[tempo di lettura: 3min]

Serena non era la mia compagna, ma era forse l’unica donna a cui avevo concesso un po’ di spazio nella mia vita. Ero andato a vivere a Londra esclusivamente per inseguire la mia scalata professionale, velocemente e senza distrazioni. Viveva sul mio stesso pianerottolo, era discreta, solitaria e si faceva i fatti suoi.

Ci eravamo conosciuti una sera in cui aveva subito un’aggressione da un immigrato balordo sotto casa e io avevo cercato di tranquillizzarla, ma questo l’aveva resa diffidente verso gli altri e da quella sera usciva solo se era indispensabile.

Non ci eravamo nemmeno mai detti di cosa ci occupavamo, da dove venivamo, ma probabilmente entrambi avevamo ritenuto che fosse meglio così. Forse lei aveva desiderato che nascesse qualcosa tra noi due, ma io non mi ero mai fermato nemmeno per un attimo a pensarci.

Non avevo tempo per una relazione che sicuramente avrebbe rallentato la mia corsa verso il successo. Odiavo dover modificare i miei piani perché difficilmente lasciavo spazio a imprevisti. Organizzavo sempre la mia giornata con un ritmo veloce e un largo anticipo ma, quel giorno, non avevo potuto rifiutarle un favore.

Non avevo capito perché fosse così urgente ritirare quel pacco e perché Serena avesse scelto un ufficio postale così centrale e affollato come fermo posta, ma avevo talmente poco tempo e voglia di approfondire che avevo accettato di aiutarla.

All’apertura ero davanti all’ingresso perché avevo un sacco di cose da fare. Avevo già perso troppo tempo a cercare un parcheggio, le monetine, un posto all’ombra. C’era già fila e, dal tipo di persone che mi precedevano, mi resi conto che era il giorno di pagamento del sussidio statale ai senzatetto, ai disoccupati, agli immigrati.

Mi stavo innervosendo perché avevo capito che avrei perso più tempo di quello che avevo calcolato e quindi avrei tardato all’appuntamento successivo, ma non potevo fare altro che aspettare il mio turno. Altre persone cominciavano a riempire le file ai vari sportelli quando finalmente comparve sul display il numero del mio ticket.

In pochi minuti mi ritrovai tra le mani il pacco di Serena e rimasi turbato nello scoprire di esserne il mittente. Mi venne chiesto anche un pagamento di cui non mi aveva parlato. Il rischio di tardare ulteriormente aumentava ma non potevo fare altro che chiamarla e lei, scusandosi, mi chiese di anticipare la somma. In quel momento, nella fretta, non chiesi spiegazioni. Dovevo sbrigarmi.

Stavo riprendendo la carta di credito quando, improvvisamente, un’esplosione arrestò ogni forma di vita presente, paralizzando tutto in un silenzio spettrale, compresa la mia inarrestabile corsa verso il successo. Cercando di vivere al massimo non avevo trovato il tempo di capire chi fosse veramente Serena.

Lei, invece, nell’immobilità della sua solitudine, aveva avuto tutto il tempo di coltivare un istinto vendicativo sia verso colui che non aveva trovato il tempo di amarla, sia verso coloro che l’avevano aggredita. Pochi minuti dopo, Serena ebbe la conferma che il suo piano era perfettamente riuscito dai notiziari alla televisione.

Scopri il racconto originale [senza editing]: LEGGI SUBITO

L’autore dice di se stesso: 《Ciao sono Ugo e ho davvero tante passioni: dal cinema, alla musica, alla moda e, non ultima, la scrittura. Ho sempre amato scrivere tutto quello che mi passava per la testa, forse per assicurarmi di non essere solo quello che sono》– Ugo Domeniconi


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