VERSIONE NON EDITATA
[tempo di lettura: 1min]
Il seguente racconto è stato editato secondo questi punti:
Rosa: errori grammaticali
[sintassi, espressioni scorrette, coniugazione dei verbi ecc…]
Azzurro: errori dal punto di vista della scrittura
[ripetizioni, punteggiatura dialoghi incoerente, tic letterari, sviste stilistiche]
Giallo: questioni tematiche o di coerenza narrativa
INIZIO – Un altro rigido inverno si avvicina. La pelliccia di Rufus si sta infoltendo ma la temperatura non sarà un problema per lui, troverà un caldo riparo acciambellato in mezzo alle reti dei pescatori ammassate nella rimessa del porticciolo della piccola isola “Amicizia”.
Il problema sarà un altro: la difficoltà a trovare da mangiare. I pochi ristorantini dell’isola hanno chiuso i battenti dopo la corta ma affollata stagione turistica, per cui non ci sono più rimasugli tra i quali gozzovigliare. L’isola si è completamente spopolata e sembra se ne siano andati pure i topi.
Rufus è un bel gattone grigio dagli occhi giallo sole che ricordano l’estate e le stelle del lungo buio inverno. E’ il solitario guardiano dell’isola, situata al largo delle coste della Norvegia, sferzata da un vento gelido e pungente durante i mesi più freddi che sono ben dieci.
E’ ormai abituato alla solitudine anche se durante l’estate apprezza le coccole dei pescatori, che con le loro famiglie affollano questa landa lontana, conosciuta per le succulente carpe dorate. Tra una coccola e l’altra ci scappa pure una lisca di pesce.
Un giorno, passeggiando lungo la spiaggia desolata alla ricerca di cibo, Rufus nota sulla battigia un qualcosa che si dimena in mezzo a una piccola pozzanghera. Si avvicina con circospezione e per la prima volta vede una carpa dorata tutta intera e per di più viva.
<<Ma che fortuna>> miagola a gran voce <<finalmente un pranzo come si deve!>>. Con la zampetta inizia a toccare la carpa e l’acquolina in bocca si fa sempre più abbondante. Il boccheggiare ansimante della carpa lo mette però in imbarazzo. Nonostante la fame, non riesce a mordere la preda. A un certo punto sente una voce:
<<ti prego ributtami in mare che sto per soffocare>>.
<<Oh per bacco, è la carpa che parla>> miagola sorpreso Rufus.
Senza pensarci inizia a scavare un fossato per collegare la pozzanghera al mare. Pian piano l’acqua risale il percorso e la carpa ritorna a casa. Con la pancia che brontola Rufus guarda contento la carpa che guizza tra le increspature del mare. Mogio mogio continua la sua passeggiata alla ricerca di mettere qualcosa sotto i denti.
Il giorno seguente ritorna alla spiaggia e sente in lontananza: <<ieri non ti ho ringraziato>>. Seguendo il suono scorge una carpa che fa le capriole tra le onde. Ogni giorno Rufus passa per la spiaggia e la carpa ogni giorno si fa sempre vedere per salutarlo e sollevarlo dalla sua solitudine. Lo ammalia con le sue acrobazie e gli riempie il cuore di gioia grazie ai preziosi momenti che trascorrono assieme. E’ proprio il caso di dire che chi trova un amico, trova un tesoro.
Fine
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