“Babbo” Natale


[tempo di lettura: 2min]

Mentre sfoglio l’album di famiglia, il cuore si ritira come se fosse una spugna strizzata fino a svuotarsi delle lacrime che non verso nei 364 giorni che non sono Natale. Mia madre sorride oltre i tubi e il foulard che le coprono viso e testa.

Anche se non ha più le sopracciglia, il suo sorriso è sempre lo stesso: immenso come gli abbracci che mi dava prima di perdere la forze nelle braccia persino per un gesto così semplice. 

Non so quanti giorni ci rimangono, ma non ha importanza. È Natale, l’intero piano è in festa, si sentono canzoni natalizie in sottofondo e brindisi con lattine prese dai distributori automatici. A breve anch’io e mia madre ci uninero a loro, ma mentre attendiamo la sedia a rotelle, sfogliamo l’album dei ricordi di famiglia e facciamo il nostro gioco preferito: tornare al Natale che più ci è piaciuto. 

Lei ne sceglie ogni volta uno diverso, ma so che il suo preferito è l’ultimo passato con mio padre; quell’anno le aveva regalato una seconda promessa di matrimonio.

Io scelgo sempre lo stesso, invece. Quello in cui ho scoperto che Babbo Natale non esisteva. Non poteva avere lo stesso aspetto di mio padre: era lui che avevo visto sistemare i regali sotto l’albero mentre andavo al bagno. 

La cosa dolce di quel ricordo è che non gli ho mai detto di saperlo e lui ogni anno teneva in piedi la storia che i biscotti li finiva Babbo Natale e la finta scia di neve era dovuta dal pesante sacco pieno di regali per me che trascinava dalla slitta fino in casa.


Ricordo che un giorno i miei genitori mi dissero la verità sull’omone del Polo Nord: alle medie ormai girava voce che fosse tutta un’invenzione e non volevano che lo scoprissi da qualche compagno di scuola privo di tatto nel dire una cosa del genere. 

Io finsi stupore, ma per me Babbo Natale esisteva. Era magro, quasi calvo, con una barba e dei baffoni scuri e una terribile camicia in flanella che mia madre odiava da impazzire.

Vivrei quel Natale milioni di volte mille e guarderei mio padre, di nascosto, divorare i biscotti al cioccolato che avevo adagiato con pazienza su un piattino di ceramica verde e rosso. Ancora oggi mi batte forte il cuore nel ricordarlo.

Fine

Racconto originale [senza editing]: coming soon

L’autrice dice di se stessa: 《Scrivo per passione e divoro i thriller. Amo la letteratura russa e sognare tanto, tantissimo. Ma la vita reale mi richiama ogni volta indietro!!!– Sara Vestri


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